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"Abbiamo posto la nostra speranza nel Dio vivente" |
martedì 31 marzo 2009
XXIV Giornata Mondiale della Gioventù
Incontro con vice-giovani Ac diocesani
Dopo l'incontro prendiamo un pezzo di pizza per partecipare dopo le 21 alle prove di canto per Pasqua.
giovedì 19 marzo 2009
La messa americana
La messa era quella delle 8 am, quindi c'era poca gente ma il servizio liturgico era molto curato, due ministranti (con biondina sulla trentina), organista e lista delle canzoni appesa al lato dell'altare. Le statue ed il crocifisso erano coperte da teli viola. Eucaristia data sotto le due specie a chi voleva. Processione offertoriale preceduta dalla croce. Omelia sulle tre letture. Lettura degli avvisi finale. Sacerdoti che salutano alla fine della messa. Giornalino parrocchiale con le letture della settimana. La chiesa e' veramente bruttina, sembra una fabbrica... ma il Signore penso non se ne curi troppo.
mercoledì 18 marzo 2009
Festa di San Giuseppe
mercoledì 11 marzo 2009
Progetto per l'oratorio
Le attività che possono essere oggetto della domanda sono:
- Manutenzione straordinaria degli immobili adibiti ed utilizzati come luogo di incontro dei minori, degli adolescenti e dei giovani;
- Realizzazione ed allestimento di sale multimediali;
- Allestimento di centri ricreativi, ludici e sportivi, ivi compreso l’acquisto delle attrezzature e del materiale per l’espletamento di attività di accoglienza ed animazione con operatori specializzati
“Il deserto nella città” di Carlo Carretto
Ed eccomi qui a rispondere a chi mi ha chiesto di aiutarlo a cercare in città l’unione con Dio, l’intimità con l’Assoluto, la pace e la gioia del cuore, l’Invisibile presente, la realtà divina, l’Eterno. Intendiamoci subito: non è cosa facile!
Noi viviamo in un secolo tragico in cui gli uomini, anche i più forti, sono tentati nella fede.
È un’epoca di idolatria, di angosce, di paura; un’ epoca in cui la potenza e la ricchezza hanno oscurato nello spirito dell’uomo la richiesta fondamentale del primo comandamento della Legge: “Amerai Dio con tutto il tuo cuore…”.
Come fare a vincere queste tenebre che opprimono l’uomo moderno? Come affrontare questo demone del mezzogiorno che attacca il credente nella maturità della sua esistenza?
Non dubito nel dare una risposta che ho provato sulla mia pelle in un momento difficile della mia vita:
Deserto… deserto… deserto!
Quando pronuncio questa parola sento dentro di me che tutto il mio essere si scuote e si mette in cammino, anche restando materialmente immobile là dove si trova.
È la presa di coscienza che è Dio che salva, che senza di Lui sono “nell’ombra di morte” e che per uscire dalle tenebre devo mettermi sul cammino che Lui stesso mi indicherà.
venerdì 6 marzo 2009
Siete stati chiamati a libertà!
[...] Ci chiediamo stasera: che cosa è la libertà? Come possiamo essere liberi?
San Paolo ci aiuta a capire questa realtà complicata che è la libertà inserendo questo concetto in un contesto di visioni antropologiche e teologiche fondamentali. [...]
E Paolo osa proporre un paradosso forte: “Mediante la carità, siate al servizio” (in greco: douléuete); cioè la libertà si realizza paradossalmente nel servire; diventiamo liberi, se diventiamo servi gli uni degli altri. E così Paolo mette tutto il problema della libertà nella luce della verità dell’uomo. Ridursi alla carne, apparentemente elevandosi al rango di divinità – “Solo io sono l’uomo” – introduce nella menzogna. Perché in realtà non è così: l’uomo non è un assoluto, quasi che l’io possa isolarsi e comportarsi solo secondo la propria volontà. E’ contro la verità del nostro essere. La nostra verità è che, innanzitutto, siamo creature, creature di Dio e viviamo nella relazione con il Creatore. Siamo esseri relazionali. E solo accettando questa nostra relazionalità entriamo nella verità, altrimenti cadiamo nella menzogna e in essa, alla fine, ci distruggiamo. [...]
Quindi questo è il primo punto: essere creatura vuol dire essere amati dal Creatore, essere in questa relazione di amore che Egli ci dona, con la quale ci previene. [...]
Ma la relazionalità creaturale implica anche un secondo tipo di relazione: siamo in relazione con Dio, ma insieme, come famiglia umana, siamo anche in relazione l’uno con l’altro. In altre parole, libertà umana è, da una parte, essere nella gioia e nello spazio ampio dell’amore di Dio, ma implica anche essere una cosa sola con l’altro e per l’altro. Non c’è libertà contro l’altro. Se io mi assolutizzo, divento nemico dell’altro, non possiamo più convivere e tutta la vita diventa crudeltà, diventa fallimento. Solo una libertà condivisa è una libertà umana; nell’essere insieme possiamo entrare nella sinfonia della libertà.
E quindi questo è un altro punto di grande importanza: solo accettando l’altro, accettando anche l’apparente limitazione che deriva alla mia libertà dal rispetto per quella dell’altro, solo inserendomi nella rete di dipendenze che ci rende, finalmente, un’unica famiglia, io sono in cammino verso la liberazione comune. [...]
Seminario Acr sulla Liturgia a Pisa - Impressioni
Alcune idee/impressioni che ho riportato:
- spesso ai ragazzi è chiesto un livello di maturità liturgica che non hanno, non fosse perchè non hanno compiuto la loro iniziazione...
- dobbiamo aiutare i ragazzi a partecipare a loro misura alla liturgia senza svilire questa o inventare cose strane o eccedere nel didascalismo
- incrementare l'accesso, da perte dei ragazzi, a forme liturgiche diverse dalla messa come lectio, ritiri spirituali, percorsi di preghiera nei momenti forti
- come Acr in questi ultimi anni, a livello di sussidi, c'è stata una attenzione maggiore a questo tema con tutta una serie di nuovi sussidi per i tempi forti, proposte di lectio e di ritiri.
Seminario Acr sulla Liturgia a Pisa - Foto
lunedì 2 marzo 2009
Moni Ovadia a Palestrina per la giornata della Memoria
Sabato 31 gennaio 2009, giorno della festa della pace e della vita diocesana(infatti c'era il boss King in piazza a sistemare i gazebi) noi studenti delle classi quinte del liceo Claudio Eliano e una classe del Luzzatti (quella di Matteo) hanno partecipato ad una marcia in occasione della giornata della Memoria.
Durante il cammino, che è iniziato nel cortile della scuola, si sono ricordate personalità che hanno avuto un ruolo fondamentale durante la persecuzione degli ebrei, spesso aiutandoli mettendo a rischio la propria vita...
Ricordiamo in particolar modo i coniugi Milana (di Olevano Romano), che oltre ad offire alloggio alla famiglia ebrea Tagliacozzo, hanno anche acquistato gli strumenti per far cominciare loro una piccola attività da sarti, in modo da far recuperare loro la dignità anche attraverso il lavoro.
La marcia si è snodata per le vie della cittadina sino ad arrivare "in front of the Prince's Cinema", dove abbiamo potuto incontare, dopo la lettura di alcuni brani tratti da "Se questo è un uomo", il regista ebreo Moni Ovadia.
L'incontro con lui non è stato il solito incontro, con parole e frasi scontate.
E' stata molto forte l'affermazione "gli ebrei sono coloro che noi decidiamo siano, non chi lo è veramente", riferendosi al regime nazista; la sua è stata una condanna ad ogni forma di dittatura, e, pur essendo di fede ebraica, non ha condannato solo l'operato della germania nazista.
Il fulcro del suo pensiero si ripone nella grande speranza verso i giovani, elogiati per la loro ricchezza d'animo...
Gli argomenti toccati sono stati molti, fra cui politica, filosofia, antropologia, economia, con ironia e una cultura superata solo dalla sua simpatia.Roberta M. R. & Joanna P. Z.